19 OTTOBRE 2014 alla ricerca del bisnonno Andrea

Di mio nonno Andrea, nella nostra famiglia, non si sapeva molto. Si sapeva che era morto in guerra nel 1915 sul Carso e che suo figlio, mio papà, non riuscì a conoscerlo perché nacque un mese dopo la sua morte e per questo venne chiamato anche lui Andrea. Avevamo a casa due sue foto in divisa da Bersagliere (mi ricordo che ero molto orgoglioso quand’ero piccolo di dire ai miei amici che mio nonno era stato dei Bersaglieri e che era morto durante la I Guerra Mondiale!). Avevamo visto anche che il suo nome era riportato nel monumento dedicato ai caduti in Piazza a Polcenigo, ma le notizie finivano qui.

All’inizio di quest’anno quasi casualmente notai un articolo sul Messaggero Veneto dove, in occasione del centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, si dava la notizia che era stato pubblicato dal Ministero della Difesa l’Albo d’Oro di tutti i Caduti della Grande Guerra e creato un sito, www.cadutigrandeguerra.it, che dava la possibilità, inserendo il nome, di avere la scheda del caduto cercato. A questo punto provai a inserire il nome del nonno: QUAIA ANDREA e subito dopo comparve sullo schermo. Non vi dico l’emozione che provai! Il nonno Andrea non era più un disperso in guerra, come pensavamo: ora si conoscevano luogo e data di morte!

Partendo da questi nuovi dati riportati nella scheda, iniziò un entusiasmante ricerca nel web, che mi permise di costruire un periodo della nostra storia familiare che fino a qualche giorno prima era completamente vuoto e sconosciuto. Venni a conoscenza che, proprio all’inizio del conflitto, che per l’Italia fu il maggio 1915, accanto agli Alpini furono mandati a conquistare le zone dell’Alto Isonzo occupate dall’Austria, quattro Reggimenti di Bersaglieri: il 6°, il 9°, l’11° e il 12°. Il 6° Bersaglieri, a cui apparteneva il nonno Andrea, fu impegnato in battaglie furiose nei giorni 15, 16 e 20 agosto 1915 per conquistare la famigerata “Trincea dell’Osservatorio Austriaco: 15 agosto 1915, proprio la data di morte del nonno! Approfondendo, venni a sapere dell’esistenza di un piccolo cimitero di guerra del 6° Reggimento Bersaglieri, dove furono sepolti i caduti di quelle battaglie, compreso quindi il nonno! Un’emozione dopo l’altra! A questo punto bisognava capire dove fosse collocato con precisione il cimitero, perché era grande il desiderio di poterlo andare a visitare..Ancora grazie alla rete, ed in particolare alle informazioni fornite dal sito dell’Associazione Culturale F. Zenobi, trovai indicazioni importanti per poterlo raggiungere. Bisognava arrivare a Kobarid – Caporetto (ora in Slovenia), da qui, attraversato l’Isonzo sul panoramico Ponte di Napoleone, salire a Drežnica e poi a Drežniške Raune. Da questo prendere sulla destra una stradina, dopo 1 km si può parcheggiare presso un abbeveratoio e continuare a piedi fino alle Planine (malghe) Zapleč e Zapikraj.

I resti del cimitero di guerra del 6° Rgt. Bersaglieri si trovano tra le due Planine, sono delimitati da una fila di pietre bianche, ed è visibile una pietra con inciso il simbolo del reggimento ed un' altra con questa scritta: SONO QUI RIUNITE LE SALME DI ALCUNI DEI FIGLI DEL 6° REGGIMENTO BERSAGLIERI CHE BAGNARONO CON IL LORO SANGUE LE ZOLLE DELLA NUOVA ANTICA ITALIA E LE FECERO SACRE - I COMPAGNI D'ARME DEL REGGIMENTO. E' interessante sapere che questo luogo fu citato nel diario di guerra dell'allora bersagliere Benito Mussolini: "Il mio diario di guerra 1915-1917" che combattè in questi luoghi nelle file dell' 11° Reggimento Bersaglieri. Durante queste ricerche venni anche a conoscenza che le salme di questo cimitero furono esumate nel Sacrario di Caporetto negli anni trenta, proprio per volontà di Mussolini. Con una tale mole di informazioni, mancava solo l'organizzazione del viaggio per raggiungere la meta.

Passò un po’ di tempo, ma finalmente domenica 19 ottobre 2014, io, mio fratello Piero, le nostre mogli e alcuni pronipoti, riuscimmo ad organizzarci per partire alla volta di Caporetto.

Seguendo le indicazioni raggiungemmo abbastanza facilmente le Planine, riuscimmo ad individuare il perimetro del cimitero e poi iniziò la ricerca delle due pietre.

Non sapendo bene dove cercarle e pensando che fossero collocate all’esterno del cimitero ci distribuimmo tutt’intorno osservando ogni pietra nella speranza di trovare quella giusta, ma niente. Cominciava lo sconforto quando mio figlio Tommaso urlò: NE HO TROVATA UNA !! e poi E QUI C’E’ ANCHE L’ALTRA!!!

Fu un momento entusiasmante e commovente per tutti. Scattammo molte foto per immortalare questo ricordo per noi storico.

Dopo aver mangiato, scendemmo verso Caporetto con la speranza di poter trovare nel Sacrario la tomba del nonno Andrea.

Giunti al Sacrario, sapendo che le tombe erano con i nomi in ordine alfabetico, cercammo subito quelle con la lettera Q, ma purtroppo non trovammo il nome che tutti speravamo:

QUAIA ANDREA di Pietro

Telefonai alcuni giorni dopo al Sacrario di Redipuglia, perché sapevo che avevano le informazioni di tutti i cimiteri e i Sacrari dell’Isonzo. Mi confermarono che le salme del cimitero del 6° Reggimento Bersaglieri erano state portate a Caporetto e probabilmente nostro nonno era nelle tombe dei soldati ignoti, in quanto la gran parte dei nomi erano quelli trovati sulle tombe del preesistente cimitero di Caporetto, su cui è stato costruito il Sacrario.

Ci resta un piccolo dubbio: abbiamo trovato sotto la lettera A il nome ….. ANDREA DI PIETRO, …chissà? Voglio dedicare questa appassionante ricerca a mio papà Andrea (suo figlio), e a mia nonna Genoveffa, (sua moglie).

QUAIA ANDREA di Pietro
nato il 7 febbraio 1886 a San Giovanni di Polcenigo, morto il 15 agosto 1915 sul Monte Nero
EROE della PRIMA GUERRA MONDIALE

Webmaster Franco  Bottazzi

Copyright ©  2002 – 2021 Tutti i diritti riservati