VITA E MORTE IN UNA CARTOLINA
a cura di Roberto Todero
Al Caporale Ubaldo Lamberti, Plotone Allievi Ufficiali 132 Fanteria, Zona di Guerra. 14/6/1915 Caro figlio. Sempre privo di tue notizie ma che gioco è codesto. Nei tempi attuali io desidero voglio ed impongo tu debba mandarmi una cartolina ogni tre giorni come fanno gli altri non escluso Augusto e Carlo i quali stanno bene. Il tuo silenzio mi fa pensar male ti ho inviato due lettere e una cartolina ma io non ho nulla. Auguri baci Papà
Questo sopra riportato è il testo di una cartolina inviata il 14 giugno 1915 da un padre a un figlio, allievo ufficiale nel 132° fanteria, uno dei due reggimenti che componevano la brigata Lazio. Il tono del testo è perentorio, il padre non chiede, ordina al figlio di spedire notizie in modo continuativo. Sembra un richiamo alla autorità paterna, è invece una manifestazione di amore e di preoccupazione per un ragazzo di diciotto anni coinvolto in qualcosa di molto, molto più grande di lui. La guerra contro l’Austria - Ungheria era iniziata da meno di un mese (24 maggio 1915) e quando la cartolina raggiunse il destinatario la brigata si trovava a San Giovanni di Manzano (oggi San Giovanni al Natisone) in attesa di impiego; un tempo utile per perfezionare l’addestramento della truppa e accelerare i corsi per la formazione degli allievi ufficiali prima di entrare in combattimento, cosa che i reparti della Lazio fecero dal luglio nella zona del monte Fortin – Podgora. Un corso allievi aveva normalmente la durata di tre mesi, ma le dure necessità presentatesi sin dopo i primi scontri, le stragi tra gli ufficiali di compagnia e plotone, resero da subito necessario creare i così detti “corsi di corsa” che licenziarono tanti aspiranti e sottotenenti di cui alcuni scrissero che “la loro preparazione costituiva il lato debole della nostra guerra”. Tra questi anche il diciottenne Ubaldo Lamberti nato a Cocullo il 31 gennaio 1897 che quando ricevette la cartolina oggetto del nostro scritto era da poco arrivato in Zona di Guerra. Non sappiamo se il nostro protagonista abbia partecipato ai primi scontri con la Lazio anche se, basandoci sul “Diario del ’15” di Giani Stuparich, a sua volta allievo ufficiale nel primo reggimento granatieri di Sardegna nei giorni seguenti la presa di Monfalcone, possiamo capire come i corsi procedessero a singhiozzo, spesso interrotti da chiamate improvvise per necessità legate agli avvenimenti al fronte. Al termine del corso, che riteniamo completato tra luglio ed agosto del 1915, Lamberti venne trasferito come d’uso per i soldati divenuti ufficiali ad altra brigata: a Ubaldo toccò la Lombardia composta dai reggimenti 73 e 74. Impiegata duramente nella zona di Oslavia tra ottobre e novembre del 1915, sarà poi presente in zona Lenzuolo Bianco (Sabotino) anche se non con tutti i reparti. Nel maggio del 1916 la Lombardia venne inviata in tutta fretta verso il Trentino, minacciato dalla offensiva austro – ungarica di maggio (Strafeexpedition) venendo impiegata tra Portule e Cima Dodici (Ortigara) fermandosi in ritirata tra Pennar e Bertigo. I contrattacchi nella zona del Monte Rasta e monte Interrotto (altopiano di Asiago) videro ancora gli sforzi della Lombardia che collaborò attivamente a rallentare l’avanzata delle truppe della duplice monarchia. Nel frattempo al fronte orientale la Russia scatenò una offensiva fortemente richiesta dagli alleati italiani e francesi in difficoltà sui rispettivi fronti. L’offensiva condotta dal generale zarista Brusilov ebbe un parziale successo e costrinse le truppe dell’Austria Ungheria a una ritirata al fronte orientale e a fermare l’offensiva al fronte italiano arretrando di poco e attestandosi sulla posizione detta Winterstellung. Tornata sull’Isonzo la Lombardia combatté nella VI battaglia, che portò alla presa di Gorizia, del Sabotino e dell’altopiano di Doberdò, nella zona del Nad Logem, Rubbia e San Grado di Merna.
Carta dei Sentieri del Carso Isontino, particolare.
Dal Nad Logem la brigata proseguì verso il Veliki perdendo, tra agosto e novembre, 1400 uomini della truppa e 38 ufficiali. Davanti a loro era schierata la 17^ divisione imperiale e regia, agli ordini del Feldmarschall von Gelb. Ed è qui, alle pendici del Veliki che si compì anche il destino di Ubaldo Lamberti, come riportato nell’albo d’Oro dei caduti: Causa di morte: ferite riportate per fatto di guerra Data morte: 22 settembre 1916 Luogo di morte: Nad Logem
Citare il solo Nad Logem è un errore comune a tanti documenti, dato che, come spiega Mitja Juren, autore della guida “Nad Logem la collina fra due mondi”, la nostra percezione odierna della collina si ferma alla quota 212, mentre le mappe storiche estendono la collina (Nad Logem) fino oltre la strada che da Miren (Merna) sale a Opatje Selo (Opacchiasella), per giungere alla quota 213 alle pendici del monte Veliki. Ubaldo Lamberti cadde quindi durante gli assalti alla quota 265 del Veliki, assalti che prendevano le mosse proprio dal Nad Logem, divenuto immediata retrovia del fronte. Anche la dicitura “ferite riportate per fatto di guerra” è una dicitura standard usata per chi, ferito, morì poi in uno stabilimento sanitario, un posto di primo soccorso al fronte.
14 giugno 1915, data della cartolina, 22 settembre 1916, data della morte. Per tutto questo tempo Ubaldo tenne il cartoncino in una tasca della sua giubba, forse anche come una sorta di portafortuna, così come tanti usavano. Speranza vana, dato che la cartolina tornò a casa con gli effetti del caduto e il più che evidente segno del foro del proiettile che lo uccise, o lo ferì mortalmente.