DA VENEZIA A … VENEZIA

Le avventurose vicende di un volontario della Grande Guerra

Con questo titolo il reduce Giulio Bazini, dopo cinquantadue anni dalla fine della prima Guerra Mondiale, sente il bisogno di lasciare alle generazioni future le sue memorie di ufficiale, volontario nella Grande Guerra. Per così tanto tempo tiene custoditi nel suo animo questi ricordi, lascia trascorrere una vita e nella sua anziana saggezza ha ritenuto di compiere un ennesimo servizio al Paese, alla Patria a lui tanto cara raccontando le sue avventurose vicende. Negl’anni tempestosi che vanno dal 1915 al 1918 narrando con estrema semplicità ed obbiettività i fatti che si svolsero intorno alla sua vita, riesce ancora, dopo così tanto tempo, a far trasparire il suo ardore patriottico di studente universitario. Giulio Bazini illustra con pienezza di dettagli l’ambiente, e i personaggi sono delineati quali erano apparsi ad un giovane di vent’anni. In questo modo la lettura diventa piacevole e a poco a poco il lettore avverte le sensazioni di una grande avventura e l’attrattiva della verità dei fatti e della “suspense” intorno ad ogni capitolo. Quattro anni di vita trascorsi tutti d’un fiato: dalla partenza da Parma e arruolatosi volontario come ufficiale, raggiunse con il 35° Reggimento Fanteria (Brigata Pistoia) Gorizia già nel novembre 1915, L’anno dopo con il 72° Reggimento Fanteria (Brigata Puglie) andò in Albania a proteggere l’esercito serbo in ritirata. Nel maggio 1916 con la stessa brigata partecipò alla Strafe-Expedition sul Pasubio dove fu ferito per la prima volta. A capo di una compagnia mitragliatrice (577° Compagnia Mitragliatrice Fiat) partecipò alla decima battaglia dell’Isonzo nei pressi di Castagnevizza (oggi Kostanjevica in Slovenia) dove venne ferito per la seconda volta. Dopo il disastro di Caporetto, Giulio Bazini chiese ed ottenne una nuova compagnia mitragliatrici (la 1518° Compagnia Mitragliatrice Fiat) con la quale combatté a fianco delle Brigate Aosta e Abruzzi sul Col della Beretta dove il giorno 11 dicembre 1917 in una disperata azione di resistenza ad oltranza rimasto senza munizioni e sepolto dallo scoppio di una granata veniva infine fatto prigioniero e rinchiuso nella fortezza nei pressi di Salisburgo. Il 26 maggio 1918 riuscì ad evadere ma fu ripreso quasi subito e per punizione venne rinchiuso in una fortezza nei pressi di Komaron in Ungheria. Il 4 novembre 1918 ritornò in patria via Zagabria – Fiume – Trieste – Venezia e venne congedato nel 1920 con il grado di capitano. Nella prefazione del libro (edito nel 1970 a sue spese) Giulio Bazini scrive:_ Non celo la mia intima soddisfazione che anche quando non sarò più, qualcosa di me resterà a testimonianza della disinteressata dedizione alla Patria: alla nostra bella e grande Italia. Resterà “la storia della mia partecipazione alla Grande Guerra (1915 – 18) ; di uno studente universitario partito volontario per la guerra nel 1915. Come curatore della nuova riedizione del libro posso affermare con profonda umiltà di aver conosciuto un grande custode della nostra Nazione, Giulio Bazini mi avrebbe subito corretto dicendo:_ della nostra Patria.

Franco Bottazzi

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